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Giù i prezzi, su le compravendite.
Sembrerebbe che dopo il settennato biblico di vacche magre e di prezzi in forte discesa s'intraveda il settennato di vacche grasse, questa considerazione che fino a qualche mese fa poteva sembrare più un auspicio che un dato di fatto, recentemente sta prendendo sempre più consistenza.
Secondo Immobiliare.it, nel 2014 i prezzi degli immobili residenziali hanno subito un calo annuale del 5,6% (il prezzo medio al metro quadro in Italia è di 2.166 euro). Di pari passo, l’Istat segnala che il terzo trimestre ha visto crescere del 3,7%, nel confronto anno su anno, il numero complessivo di convenzioni stipulate per compravendite immobiliari a uso abitazione. Segno che evidentemente il repricing, più volte auspicato dagli analisti come necessario per rilanciare le transazioni, sta iniziando a produrre effetti. Rispetto all’inizio della crisi, i prezzi delle abitazioni sono scesi mediamente del 15-20%, con picchi anche del 30% per le città più piccole e le periferie delle grandi città. A favore di un rilancio del settore sembrano giocare anche le mosse adottate dalla Bce, prima con il Tltro, programma di finanziamento a basso costo per le banche dell’Eurozona che si impegnano a dirottare le risorse raccolte verso l’economia reale. Quindi con l’annuncio del Quantitative easing (in partenza a marzo), vale a dire l’acquisto di titoli sovrani per immettere nuova liquidità nel sistema. Mosse che si aggiungono al progressivo calo dei tassi.
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