Real Estate & business Coach
Non è uno scherzo.
Lo dicono tre economisti: Andrea Brandolini e Silvia magri della banca d'italia e un collega americano Timothy Smeeding.
Analizzando il rapporto tra reddito e patrimonio nei paesi industrializzati secondo lo studio, superiamo anche gli americani, i tedeschi e gli scandinavi.
sembra inverosimile ma essendo l'indagine basata sul più accurato data base che si conosca, quello del luxembourg wealth study, pare sia proprio così: la recessione economica ha modificato le proporzioni ma non ha cambiato la sostanza.
Il valore degli immobili in Italia è sceso meno che in altri paesi e il tasso di risparmio si è leggermente ridotto, restando però nella fascia più alta
Il parametro fondamentale per classificare la ricchezza o la povertà è il rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie e il valore delle loro proprietà più i risparmi, spiegano i tre economisti nel lavoro pubblicato. Brandolini, magri e Smeeding dicono, dunque deducono che esiste un'ampia fascia di persone che, pur avendo redditi superiori alla soglia di povertà è vulnerabile, e l'Italia è tra i paesi in cui questa fascia è più limitata. quindi è vero- come dicono i più grandi economisti - che i paesi scandinavi battono tutti per minore diseguaglianza tra i vari gruppi sociali e meno poveri in rapporto alla popolazione, ma gli italiani restano la popolazione più concentrata nel ceto medio grazie ai risparmi e alla proprietà della casa
insomma, chi non ha avuto problemi con le banche e ha un tetto sulla testa soffre molto meno anche se resta disoccupato. ma il pericolo c`è: il risparmio delle famiglie è come le scorte per le imprese, si esaurisce se non viene rimpiazzato
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